Colloquio di lavoro: domande e risposte del colloquio


Passiamo ad un altro importante punto cardine di quello che può essere la nostra conoscenza della lingua inglese, ovvero la job interview, il colloquio di lavoro volendo dirlo in italiano. Un punto fondamentale del percorso di ciascuno che si trova a dover andare a imparare qualcosa per la lingua inglese. Spesso come abbiamo detto anche in un altro articolo ci si trova in età adulta o quantomeno più grande, dall’adolescenza in poi, a frequentare corsi di inglese se non si è raggiunto un livello quantomeno applicabile nel mondo del lavoro. Per questo motivo è possibile gestire in modo intelligente tutto quello che riusciamo a fare all’interno di un corso che ci spiega come imparare inglese. Perché anche il metodo è molto importante, bisogna tenerlo presente. La facilità di utilizzo di un corso, di un metodo che ci spiega come imparare l’inglese, è un tassello molto importante per capire se quella cosa può esserci effettivamente utile, ragion per cui ragioniamo un attimo sulla job interview, andando a capire come persone cosa ci ritroviamo ad affrontare quando andiamo ad un colloqui di lavoro. Cosa potrà mai chiederci il datore di lavoro o la persona che deve fare la selezione? È presto detto.

Non è tutto scontato chiaramente, ma con un po’ di logica, anche nel caso specifico di ogni singola domanda, possiamo avere qualche riferimento diretto. Cosa potrà mai chiederci chi ci intervista? Prima di tutto una presentazione di noi stessi, dunque è importante andare a spiegare quello che c’è a curriculuum, perché pensiamo di essere idonei per quella tale offerta di lavoro. Quando andiamo a parlare, soprattutto in inglese, è bene fare delle prove e soprattutto essere molto elastici. A seconda del settore e dell’esperienza che abbiamo ci troveremo a dover parlare di quello che abbiamo fatto nella nostra vita lavorativa. È bene prepararsi un bel discorso piuttosto consistente in modo da ampliare quello che troviamo scritto sul nostro CV andando a stimolare l’interesse della persona che ci intervista. La qualità dell’inglese parlato gioca un ruolo fondamentale, anche la forma, poiché in questo caso si passa al business English di cui abbiamo tanto parlato, cosa non da poco. Ricordiamo sempre che chi ci intervista non sa niente di noi, e una brutta figura con la preparazione in inglese potrebbe in alcuni campi essere determinante. Non è sempre il dentro o fuori, ma ha la sua importanza. Sicuramente parlare bene inglese, in forma inglese business soprattutto, ci porta a comunicare di aver capito come imparare l’inglese, quindi anche la forma secondo cui vanno le cose per trarre il maggior profitto o quantomeno farle nel modo corretto. Comunica preparazione, perché per il colloquio ci siamo preparati e comunica dedizione, ovvero essere convinti di quello che si fa. Se non siamo convintissimi della nostra preparazione si può tranquillamente fare una prova del dialogo direttamente a casa e prepararsi un discorso. Ricordiamo però come detto che non deve essere fine a se stesso, deve essere un punto di partenza per ampliare il tutto.

Ci si veste in modo formale prima di tutto, per dare sempre un’idea curata di sé. Una volta seduti quali possono essere le domande? Proviamo a chiedercelo in modo rapido. Sicuramente si parla di: “Tell me about yourself”, ovvero “parlami di te”, e come abbiamo detto lì dobbiamo partire e cominciare a parlare della nostra esperienza nel settore e non solo, magari anche di esperienze di vita, di cose particolari che abbiamo fatto. Tutto può essere collegato nel mondo del lavoro, teniamolo bene a mente. Qualcosa anche di cui andiamo fieri che sia vista come un punto in più potrebbe colpire chi ci esamina, dunque cerchiamo di espandere il discorso cercando di non andare a finire mai nel banale, cosa non da poco. La prova che possiamo fare va anche verso questa direzione. Appunto selezionare una serie di topic di cui parlare partendo dalla nostra descrizione, parlando anche di quello che ci piace fare. Ricorderemo quindi sempre cosa sarà necessario per riuscire a provare a fare una buona impressione sul datore di lavoro. Non annoiare la persona che ci ascolta comporta un ottimo linguaggio e il passaggio a differenti argomenti anche molto rapidamente. Varietà prima di tutto, in modo da non farci scartare perché sembriamo troppo uguali ad altri candidati che casomai sono già passati per quella sorta di colloquio. La possibilità di sorprendere c’è sempre. La domanda successiva a quello di cui abbiamo parlato potrebbe essere ad esempio: “Why did you apply for this job?”, ovvero “perché hai risposto all’annuncio per questo lavoro”, “perché ti sei interessato?”. Anche qui la risposta da dare non deve essere banale, ma come evitare che lo sia? Possiamo darvi qualche suggerimento, da tenere in considerazione in relazione al lavoro per cui stiamo facendo “l’application”.

Dunque sicuramente dobbiamo argomentare la motivazione che ci ha spinto a provare a candidarci. Mai motivi banali, e dobbiamo anche avere una argomentazione che ci porta proprio verso quella posizione lavorativa. Non parliamo di vocazioni, o di cose che abbiamo sempre voluto fare, troppo banali. Parliamo di gestione di lavoro che potrebbe interessarci magari per i nostri interessi. Magari potrebbe completare la nostra giornata, è compatibile con le attività che già facciamo. Potremmo vederlo come un’opportunità di crescita concreta del nostro profilo professionale. Insomma non fossilizzarsi solo su quello che il lavoro vero e proprio offre. È un grosso punto a favore, fa capire alla persona con cui state parlando che non siete come gli altri, specialmente oggi che quando si vede un annuncio di lavoro su Linkedin o magari anche in giro si presentano qualcosa come 300 persone, comunque tantissimi candidati per quello che è un posto di lavoro semplice. Teniamolo a mente. Distinguerci non è cosa da poco, ma con un po’ di impegno e forse anche fantasia può diventare cosa gestibile facilmente da cui ha una preparazione prima di tutto, e capire anche dall’inglese, come imparare l’inglese, quindi metodica e capacità di adattarsi ai vari cammini e le cose che ci si pongono davanti come sfide, potrebbe essere un ottimo compromesso, forse anche una carta vincente. Quindi ricordiamo di gestire al meglio questa fase. Arriviamo poi ad un’altra domanda cardine, che forse può chiudere l’intervista, come potrebbe anche aprirla, dunque ragioniamoci bene, ovvero, sempre in inglese “How you prepared for this job interview?”, ovvero “come ti sei preparato per questo colloquio?”. Esattamente quello di cui stiamo parlando. Anche per questa domanda è bene avere un piccolo riferimento per capire bene cosa rispondere, prepararsi dei punti cardine e procedere, cosa non da poco. Non mostrarsi mai spiazzati.

In questo caso comunque potrete partire dall’esservi preoccupati su come imparare l’inglese in modo efficiente, in modo tale che portasse risultati, ad esempio, risposta non da poco. Questo vi farà sembrare, e lo sarete anche agli occhi di chi vi intervista, attenti al risultato e ovviamente in grado di impegnarvi per raggiungerlo, sempre non da poco. Spesso anche parlando di tanti candidati si incontra sempre gente dello stesso tipo, quindi anche in questo caso si può provare a sorprendere chi ci intervista, giusto per avere un riferimento concreto. La qualità della risposta non è determinante, per questa domanda, ma è sempre un tassello. Poi ovviamente il vostro background parlerà per voi. L’importante è non andare mai a demoralizzarsi, e riuscire a gestire quello che sono appunto queste domande. Convinti di quello che diciamo, inglese business quando può essere inserito, con un minimo di preparazione, e come sempre forma e lessico di buon livello, questo farà capire che la vostra preparazione c’è, anche per l’inglese, lingua che magari avrete sempre a riferimento perché dopotutto ci sarà qualche motivo se è fondamentale nel mondo del lavoro, no? Pronti al rapporto con tutti e soprattutto, volendo ricordare in chiusura qual è uno dei punti cardine per questo tipo situazione in cui ci si ritrova, la calma. Rimanere calmi è fondamentale, comunica ovviamente il non essere sotto pressione e il saper gestire quello che si fa. Andare nel panico o quantomeno sotto pressione ad un colloquio può portarci a rispondere male o comunque a non reagire bene alla pressione. Non vi state giocando la vita o qualcosa di grande, quindi andate sempre tranquilli. Il controllo del proprio stato emotivo è importante quando si parla con gli altri. In qualsiasi situazione, non bisogna mai agitarsi e dialogare secondo la propria disponibilità. Acquisita questa calma anche nel colloquio di lavoro, avrete sicuramente delle possibilità in più, possiamo garantirvelo. Nonché nella vita di tutti i giorni.